Le parole del matrimonio: usi e tradizioni

Parte seconda.

Le parole del matrimonio riguardano anche usi e tradizioni. Sposarsi non sarebbe difficile, il vero problema è che bisogna essere in due. Un vecchia battuta, risalente a chissà quale epoca antica dell’umanità, ci introduce simpaticamente al mondo delle tradizioni che spesso proprio dall’antichità sono giunte fino a noi per il giorno del “fatidico sì”.
Gesti, comportamenti, oggetti: il matrimonio è ricco di usi stratificati nei secoli, se non nei millenni, dei quali è sempre interessante conoscere il significato. Partiamo dall’anello, la FEDE; un minuscolo cerchietto che apposto all’anulare lancia un forte segnale simbolico sia a chi lo indossa sia a chi lo vede portato dagli altri. Per gli antichi Egizi, i sentimenti scorrevano nell’uomo attraverso il sangue, la vena dell’amore era quella che collegava il cuore all’anulare e l’anello veniva dunque apposto a questo dito. Le parole del matrimonio legano un oggetto al sentimento che rappresenta.

Parole da approndire

Sempre gli Egizi sembra abbiano dato vita all’uso di vestire le DAMIGELLE D’ONORE tutte uguali e di colore analogo a quello della sposa. Ritenevano, infatti, che questo trucchetto mettesse al riparo la stessa sposa dalla gelosia degli spiriti maligni che in questo modo non avrebbero saputo contro chi rivolgere i loro malefici. Senza un’origine certa invece la tradizione che vorrebbe il VELO NUZIALE lungo tanti metri quanti sono gli anni di fidanzamento della coppia. Lo sposo non dovrebbe vedere l’ABITO DA SPOSA prima dell’incontro all’altare; questa superstizione deriva dall’uso passato di combinare i matrimoni tra perfetti sconosciuti, in modo che lo sposo non potesse rifiutare chi gli era capitato in sorte.

La sposa mostra la giarrettiera allo sposo
La giarrettiera della sposa. Un’usanza ben nota ma sempre meno osservata

E la sposa, cosa dovrebbe indossare sempre secondo la tradizione? Cinque cose precise: una di colore blu (simbolo della purezza); una prestata (che richiama i legami affettivi); una regalata (che rappresenta la generosità e la benevolenza dei propri cari) e infine una nuova (beneaugurante per il futuro). Non è finita: sotto il vestito, alla gamba destra (il lato sinistro nei secoli non ha mai goduto di ottima fama), una GIARRETTIERA che al termine della cerimonia, ma ciò sembra essere caduto in disuso, sarà tolta con la bocca dallo sposo per poi lanciarla, tirandola dietro le spalle, agli uomini scapoli, così come il BOUQUET DI FIORI alle invitate nubili. I due fortunati che raccolgono tali oggetti dovrebbero poi fare un ballo insieme. Fortunati? Da una simile combinazione di destini potrebbe nascere quindi in teoria un nuovo progetto di nozze. È proprio vero che le vie del matrimonio sono lastricate di buone intenzioni. Era così il detto, giusto?

Un bouquet semplice ma d'effetto. A fine ricevimento chi lo prenderà al volo?
Il bouquet, elemento essenziale nel quale trionfa la creatività e il gusto personale

Prossimamente “La dolcezza del matrimonio tra gusto e amorosi sensi”

A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini

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