Le fave nel menù della festa e di tutti i giorni

Nel menù della festa potrebbe sembrare insolito trovare le fave, invece queste, soprattutto a primavera, hanno un gusto fresco che valorizza i piatti della tavola. Le fave sono un alimento antico quanto l’umanità stessa e raccontano una storia millenaria intrecciata con la cultura e le tradizioni popolari.

Da simbolo delle scampagnate primaverili a ingrediente di gastronomia raffinata

Le fave non sono solo un semplice legume, ma un vero e proprio gioiello gastronomico che regala sapori intensi e versatilità in cucina. Per cui gli chef si divertono sempre ad elaborare ricette con abbinamenti di gusto nei quali la fava si lega ad altri ingredienti di gusti.

Quando la celebre cantante americana Madonna “torna” in Italia, così ama dire date le origini abruzzesi, “torna” anche a degustare la nostra cucina. Tra i suoi piatti preferiti quello a base di fave, cicoria e salsa vegana.

Un assaggio saporito di storia delle fave

Già nell’antica Roma le fave erano considerate un alimento prezioso, simbolo di fertilità e abbondanza. Venivano consumate fresche, secche o trasformate in farine, e protagoniste di ricette elaborate come la “Fava comacina”, una zuppa a base di fave, pecorino e menta.

Nel corso dei secoli, le fave hanno assunto un ruolo centrale nella cucina popolare italiana. La loro ricchezza nutrizionale e la facilità di coltivazione le rendevano un alimento prezioso per sostentare le popolazioni rurali.

Tuttavia, le fave non erano relegate solo alle tavole quotidiane, ma divennero protagoniste anche di feste e ricorrenze speciali. Nel Lazio, ad esempio, sono tante le feste e le sagre dove gustare questo legume in tutte le sue declinazioni, da antipasti a primi piatti fino a dolci tipici. Quindi nel menù della festa sono diverse le portate in cui possiamo trovare le gustose fave.

Un ingrediente versatile in cucina

Le fave, con il loro sapore deciso e leggermente amaro, si prestano a molteplici preparazioni in cucina. Fresche, possono essere consumate come antipasto condite con olio, sale e pepe, oppure utilizzate per preparare saporite frittate, vellutate e primi piatti come la pasta con le fave e il pecorino.

Di quest’ultimo è un fan assoluto l’attore George Clooney che a Roma l’ha provato con le fave fresche in un rinomato hotel della Capitale.

Le fave secche, invece, diventano un ingrediente fondamentale per gustare la “Vignarola” o la “Crema di fave” tutto l’anno. Due ottime idee anche per il menù della festa. Ma mentre scriviamo è la stagione giusta quindi gustiamole fresche.

Il carattere regionale di questo legume speciale

Il Lazio vanta un legame speciale con le fave. Questo legume è coltivato in diverse zone della regione. Tra queste la Ciociaria e l’Agro Pontino, dove trova un terreno fertile e un clima ideale per il suo sviluppo. Le fave del Lazio sono conosciute e apprezzate per la loro qualità e il loro sapore intenso, che le rende un ingrediente ricercato dai gastronomi e dagli amanti della buona cucina.

Le fave sono una preziosa fonte di proteine vegetali ideali per un regime alimentare vegetariano o vegano. Inoltre, sono ricche di fibre, che favoriscono il senso di sazietà. Contengono molti minerali (ferro, potassio, magnesio, fosforo), vitamine del gruppo B e polifenoli sostanze con proprietà antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi.

Le fave, con la loro storia millenaria, il gusto intenso e la versatilità in cucina, rappresentano un vero e proprio tesoro gastronomico. Un ingrediente semplice che racchiude sapori e tradizioni, capace di conquistare i palati più esigenti sulla tavola di ogni giorno e nel menù delle feste.

Ed ecco le gustose ricette per la preparazione della VIGNAROLA  e di una gustosa CREMA DI FAVE.

La VIGNAROLA

La VIGNAROLA è un piatto tipico della primavera, ricco di sapori e storia. Il suo nome, infatti, rimanda al mondo contadino: “vignarolo” in romanesco significa ortolano, e si ipotizza che la ricetta nascesse proprio come un modo per recuperare le verdure invendute della giornata.

Nella percezione più diffusa della cucina di Roma del Lazio non è forse tra i piatti più conosciuti. Ma per la genuinità dei prodotti e l’equilibrato abbinamento di gusti tipici locali, riscuote sempre grande successo in ogni occasione.

Tuttavia, considerando l’utilizzo di primizie primaverili, un’altra teoria suggerisce che la Vignarola abbia origine nella zona di Velletri. Secondo questa ipotesi, il piatto sarebbe stato ideato dai viticoltori dei Castelli Romani che, al rientro dai vigneti, preparavano una pietanza semplice e veloce con le verdure fresche raccolte nell’orto.

Indipendentemente dalle sue origini, la Vignarola rappresenta un connubio perfetto tra tradizione e gusto, un inno alla primavera e alla semplicità della cucina contadina.

La ricetta per 4 porzioni

  • n. 4 carciofi
  • 800 g di fave fresche
  • 1 kg di piselli freschi
  • 500 g di lattuga romana
  • n. 2 cipollotti freschi
  • 100 g guanciale
  • n. 6 foglie di menta
  • olio EVO q.b.
  • sale q.b.
  • pepe nero q.b.

Per cominciare si puliscono i carciofi lasciando qualche centimetro di gambo e mettendo da parte il resto. Si elimina lo strato esterno di foglie più dure e si tagliano le punte delle foglie rimaste. Aperti, quindi, i carciofi a metà si toglie la peluria interna e si fanno a fette non troppo basse. Momentaneamente vengono messi da parte in acqua e limone.
Si sgranano ora fave e piselli tenendo da parte qualche baccello. In una pentola d’acqua si prepara il brodo di cottura mettendo qualche gambo di carciofo, qualche baccello di fave e piselli lavati, un pizzico di sale grosso e si mette sul fuoco.
E’ il turno dei cipollotti di essere puliti, tagliati a listarelle e messi in una grande padella. Con loro ci vanno il guanciale tagliato a listarelle e una goccia di olio. Si fa rosolare il tutto 5 minuti a fuoco basso oppure fino a quando il grasso del guanciale sarà diventato trasparente.
Dopo 5 minuti si uniscono anche i carciofi, ben scolati da acqua e limone, per farli rosolare. Aggiungere un paio di mestoli del brodo già preparato. Si copre la padella con un coperchio e si lascia cuocere una decina di minuti.
Poi si aggiungono fave e piselli, con un altro mestolo di liquido e si gira bene tutto. Occorrono altri dieci minuti, in caso con un altro mestolo di brodo.
Poco prima di finire la cottura si mette dentro anche la lattuga tagliata a pezzettoni, le foglie di menta spezzettate a mano, si aggiustano sale e pepe e si lascia ad appassire. Una fetta di pane casareccio bruscato farà piacere a tutti.

CREMA DI FAVE

Un piatto primaverile buono e delicato è la CREMA DI FAVE. Facile da preparare e servita con pecorino grattugiato, magari con due crostini bruschettati sul fondo del piatto, conquisterà tutti anche per la sua consistenza piacevolmente vellutata. 

 

La ricetta per 4 porzioni

  • 500 g di fave sgusciate
  • n. 2 patate medie
  • n. 1 scalogno
  • 1,2 l di acqua
  • 200 ml di latte
  • olio EVO q.b
  • pecorino grattugiato (se piace) q.b.
  • menta fresca
  • sale q.b.
  • pepe q.b. 

Per questo piatto, lo scalogno va pulito, tritato finemente e fatto imbiondire in casseruola con l’olio EVO. Si aggiungono a fuoco acceso le fave sgusciate e le patate – sbucciate e fatte a tocchetti – lasciando insaporire per qualche minuto.
Si aggiunge l’acqua, si porta a ebollizione, quindi si sala e si lascia cuocere per una mezz’oretta, a fiamma non alta con la casseruola coperta.

Dopo aver tolto dal fuoco, si unisce il latte e si frulla con il mixer a immersione fino a che si ottiene una crema liscia. Si rimette il recipiente sul fuoco ancora qualche minuto per un’amalgama perfetta. Servendo la crema di fave nei piatti fondi, una macinata di pepe, due foglioline di menta e il pecorino grattugiato completano il gusto finale e conferiscono un piccolo ma gradevole tocco estetico.

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A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini  | foto Ezio Bocci

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